ALL’ASCOLTO DI GIUSEPPE VERDI

 

1 dicembre, 2017 - I LOMBARDI ALLA PRIMA CROCIATA

 

Cronologia nella vita del compositore: opera n.4, età 30 anni.

 

 

 

Carissimo Toccagni,

 

Voi che mi volete bene come un padre ad un figlio, sarete impaziente di sentire le notizie su I Lombardi!

 

I Lombardi hanno fatto fiasco!

 

EccoVi detto tutto.

 

I pezzi meno cattivi sono stati tutti disapprovati e gli altri tollerati. Ad eccezione della cabaletta della visione.

 

Questa è la storia semplice ma vera che io Le racconto né con piacere, né con dolore.

 

Sono di fretta e La lascio pregandoLa di salutare tutta la Sua bella famiglia e Sandrini.

 

Sono sempre l’affezionatissimo amico Giuseppe Verdi.

 

 

 

Venezia, 26 dicembre, 1843

 

Un’ora dopo la mezzanotte.

 

 

 

 

 

 

 

Tutta Milano avevo atteso con entusiasmo questa quarta opera! Per rendere l’idea di quanto grande fosse quell’entusiasmo, il giorno della prima, file di persone sostavano davanti agli ingressi del teatro, sin dalle prime ore del mattino!

Un subbuglio enorme in tutta la Milano aristocratica.

Alle ore 15:00, aprirono le porte del loggione: una grande folla prese d’assalto il teatro. Bastarono pochi minuti, per colmare il loggione.

 

 

 

Per Verdi, il lavoro di quest’opera, diventò complicato: ci furono problemi con l’autorità religiosa.

 

Nella penisola c’era una certa agitazione: a Bologna un grande fermento per i moti mazziniani che iniziavano a scontrarsi con le truppe papaline. Ottennero una prima vittoria ma poi le cose iniziarono ad andare peggio. Andarono a Imola dove vi si trovavano 3 vescovi con l’intenzione di sequestrarli e tra essi vi era quello di Imola che da lì a poco sarebbe diventato papa; la cosa andò male! Vennero arrestati e alcuni di loro anche giustiziati. Dietro a tutto questo vi era Mazzini che da ragazzino partecipò ai moti carbonari e che poi pubblicò la Giovine Italia.

 

 

Verdi, forte del fresco successo di Nabucco, pensò giustamente che il suo onorario dovesse essere più ricco del precedente. Consigliato dalla Strepponi che, come tutte le donne possedeva una certa concretezza e praticità, chiese un compenso simile a quello ottenuto da Vincenzo Bellini per la propria opera Norma. E il Merelli fu d’accordo con la sua richiesta: consegnò a Verdi il contratto lasciando la cifra in bianco! Per quest’opera, Verdi ottenne 8 mila lire austriache. Più o meno, corrispondevano ad una somma tra i 25 e i 40 mila euro di oggi. In quell’epoca, una persona singola viveva con 125 euro al mese.

 

 

MUSICALMENTE

 

Il preludio iniziale è meraviglioso: gli archi suonano solitari e mesti per 8 battute nella tonalità di do minore. Il dolore tipico di Verdi del dramma, è presente.

Alla nona battuta, un Trombone solo (il primo) annuncia con delicatezza, piano, la sua presenza; gli rispondono Flauti, Oboi, Clarinetti e Fagotti anch’essi piano.

L’orchestra è una famiglia e con essa il Verdi del dramma, della riflessione un po' ombrosa - come era d’altronde il suo carattere - ha la possibilità di farci intuire da subito il sentimento profondamente inerente alla vicenda. E sono loro stessi tutti insieme, a portarci ad una nuova parte in cui gli archi suonando per 4 battute dei tremoli acuti sfociano finalmente nel fortissimo (ff) di tutta l’orchestra (eccetto la Grancassa) come in un senso liberatorio. E qua si sente la potenza che esprime la gloria e la grandezza dell’amore.

L’amore per la vita.

Ed ecco, subito dopo, cominciare una breve parte dove un Flauto prima e un Clarinetto dopo svolazzano poeticamente su una base cantabile che gli archi suonano piano.

Tornando, dopo una breve pausa, al fortissimo di tutti e nuovamente ad un passaggio mesto.

Ma la sorpresa è l’immediato attacco d’inizio d’atto con una banda e il coro di Cittadini, uomini e donne della scena prima.

Riguardo la qualità della musica ci troviamo di fronte ad un lavoro che anticipa in parte la grandezza delle future opere. Ma non riuscendo il Verdi, a questo punto del suo percorso, ad esprimere appieno quella grandezza che è una novità, sembra a noi ascoltatori di trovarci di fronte a qualcosa di “minore”, sebbene così non sia affatto, attenzione. Non riuscire ad esprimere subito un cambiamento proprio a causa della sua natura transitoria, non consente di esporre in maniera matura e definitiva quel cambiamento che invece sarà presente nelle opere future. Ma questo viaggio in una “terra di mezzo della carriera di un compositore” è impossibile da nascondere; avviene tutto alla luce del sole rendendo partecipi tutti gli ascoltatori e testimoni della crescita di un artista.

Io non detengo alcun diritto!! Tutti i diritti appartengono agli artisti della musica e all'etichetta discografica che ha prodotto questa incisione che consiglio di acquistare!!


Video / Musica

Dramma lirico di Temistocle Solera
in 4 atti:

I: La vendetta

II: L'uomo della caverna

III: La conversione

IV: Il Santo Sepolcro.

Prima: Milano, Scala, 11 febbraio 1843

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