ALL’ASCOLTO DI GIUSEPPE VERDI

 

6 dicembre, 2017 - ATTILA

 

Cronologia nella vita del compositore: opera n. 9, età 33 anni.

 

 

 

 

In questo preludio ci sono diverse somiglianze con altre opere dello stesso Verdi.

 

 

 

C’è una strana atmosfera, all’inizio del preludio. Un qualcosa di diverso dalla solita musicalità di Verdi: un tono cupo che richiama un po' l’Introitus della Messa da Requiem che Verdi comporrà parecchi anni dopo.

 

Probabilmente, Verdi, al tema del dramma, accomunava inconsciamente quello della costernazione, del lutto. Ed è una cosa normale, qualsiasi compositore lo farebbe. Ricordiamo che Verdi dedicò la sua Messa da Requiem ad Alessandro Manzoni per il quale ebbe una grande ammirazione.

 

 

 

L’inizio è flebile, due Fagotti che doppiano i Violoncelli in un piano (p) nella tonalità di do minore (tetra e poco sonora come insegna il Berlioz); il preludio della Messa da Requiem invece inizia in la minore coi soli Violoncelli:

 

Introitus dalla Messa da Requiem:

 

Sentiamo anche già il Macbeth che sembra voler anticipare prepotentemente la propria presenza nella mente del compositore; è evidentissimo e nel tema cantabile, dopo le prime battute d’inizio:

 

e nel finale quasi identico. La sola differenza è rappresentata dalla tonalità: do minore per Attila, fa minore per Macbeth:

 

La prima scena attacca in maniera vivace con squilli portentosi degli ottoni: e qua sentiamo l’azione che amava tanto Verdi e che voleva che popolasse i  libretti che scrivevano per lui! E’ al momento un’azione contenuta. Ma rende subito l’idea della vivacità dell’opera Attila. Verdi era contentissimo del libretto, lo riteneva bellissimo tanto da scrivere:

 

 

 

oh il bel libretto!”

 

 

 

 

 

Con questo lavoro Verdi sembra essere tornato in gran forma: abbiamo grandi e ampie parti vocali, per esempio, i vocalizzi di Odabella nel Prologo verso la fine della scena terza:

 

Verdi è consapevole del fatto che i tempi impongono che egli rinnovi il proprio linguaggio musicale. Anche lo stesso Ricordi, nella Gazzetta Musicale scrisse qualche riga a tal riguardo.

 

 

 

Verdi escogitò delle nuove forme architettoniche musicali per modificare il classico tempo d’opera: per l’ultimo atto, costruisce una struttura che si espande partendo da un assolo, poi un duetto, un terzetto e così via rendendo l’opera originale in quanto si trattava di una novità perché era la prima volta che un’opera veniva conclusa in questa maniera.

 

Detta struttura gli consentì di intensificare l’intero organismo creato: dalle arie, alle parti strumentali, al ritmo che in Attila è molto vivace, come detto in precedenza.

Io non detengo alcun diritto!! Tutti i diritti appartengono agli artisti della musica e all'etichetta discografica che ha prodotto questa incisione che consiglio di acquistare!!


Video / Musica

 

 

 

Attila, dramma lirico in un prologo e 3 atti di Temistocle Solera.

Prima: Venezia, 17 marzo 1846

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